Danza Architettura
Ricerca
La ricerca artistica di Martina D'Oro è mossa dal desiderio di indagare le relazioni tra danza/architettura e corpo/territorio, focalizzandosi sul tema dell'abitare e le sue molteplici declinazioni.
Alcune delle domande che stanno alla base della ricerca sono: Che cos’è l’abitare? Quali sono le necessità che ci spingono ad abitare? Quali sono le possibili modalità e forme dell'abitare a noi conosciute? Quali cambiamenti potremmo indurre oggi al nostro essere abitanti?
L'abitare è la prima esperienza vissuta da ciascuno di noi, prima ancora di giungere al mondo, prima ancora di respirare, e, in maniera straordinariamente unica e soggettiva, è la pratica che ci accompagna durante l'intero nostro percorso di vita. Abitiamo il nostro corpo, la nostra prima e vera casa, e abitiamo tramite il nostro corpo, per mezzo del quale entriamo a contattato con altri ecosistemi: abitiamo lo spazio, il tempo, i luoghi, le città, il paesaggio urbano. Abitiamo in relazione con il prossimo e in relazione con l'ambiente.
Si pone particolare attenzione verso le manifestazioni culturali materiali e immateriali, le interazioni tra materia e corpi, i modi di vivere lo spazio e il tempo.
Lo scopo della ricerca è quello di trovare un metodo generico che, di caso in caso, possa restituire il luogo e l'esperienza ad esso connessa tramite un'azione performativa specifica. Si tratta di un tentativo di indagare e comprendere quali perturbazioni possano innescarsi durante il dialogo con l'ambiente circostante: soffermarsi e riflettere sull'atto di abitare potrebbe infatti far percepire vibrazioni e meccanismi interiori inediti, dai quali potrebbero scaturire nuove considerazioni, nuove prospettive, nuove ricerche, nuove domande.
Ogni dialogo risulta unico poiché basato sulla simultanea interazione tra l'ambiente esterno, che svolge il ruolo di conducente dell'esperienza, e il danzatore, che diventa follower degli impulsi di cui viene bagnato e narratore delle relazioni che si instaurano
tra i due. L'atto performativo si articola in un dialogo che viene gradualmente costruito a partire dal contatto: un contatto sia visivo che fisico, sia emozionale che carnale, tra il danzatore, l'ambiente esterno e l'invisibile, spazio in cui i due partner sono immersi e che rappresenta il complesso delle opportunità.
Ciascun ambiente esterno, unico e irripetibile, antropico o selvatico, conosciuto o ignoto, fornisce un contributo differente al dialogo con il danzatore. Il progetto si propone di osservare queste differenze e cercare di comprenderne le manifestazioni, che siano esse esterne o associate allo spazio interno umano.
Genealogia di un involucro
creazione work in progress
Progetto di performance live e videodanza.
Concept, Danza e Coreografie: Martina D'Oro
Musiche originali: Simone Meneghelli
Video installazione: Giulia Fraticelli
Con il sostegno di: Comune di Savoca (ME), Viagrande Studios, Università degli Studi di Catania
Realizzazione trailer primi studi: Alice D'Antone
Esplorazioni dell'abitare
Primi studi sui luoghi del banale
C'è un tenue confine tra città e urbanità. La prima, con le sue materie, strutture, texture, strade, infrastrutture, è manifesto di staticità. L'urbanità è invece colma di variabili, relazioni, archi temporali, oggetti, volti, corpi, luci, suoni, compenetrazioni che performano costantemente. Esplorazioni dell'abitare-primi studi sui luoghi del banale è un momento di indagine, perturbazione e restituzione di un luogo oggetto di indifferenza di sguardi e mancanza di identificazione, affrontato con senso di osservazione, dialogo, risonanza e multidisciplinarietà.
Progetto di Foto Performance e Video Danza
Spazio pubblico ad Acicastello, Catania (2021)
Foto e Video: Giulia Fraticelli
Absence
Tracce di immateriale
Un accostamento di materie, superfici, interventi, polveri, ritrovamenti, ombre colori. Un racconto di dialoghi andati perduti e forse mai avvenuti. Una sospensione nello spazio e nel tempo, nell'attesa che un corpo torni ad abitare. Che torni ad essere spazio. E ad essere tempo. Un caos che non conosce suoni e che con la sua nebbia immateriale avvolge tutto ciò che incontra, in ricordo di ciò che è stato. E che adesso non è.
Può chiamarsi spazio uno spazio senza un corpo?
Progetto di Foto Performance e Video Danza.
Convento Agostiniano, Forza D'Agro (ME). (2021)
Foto e Video: Giulia Fraticelli